Il gruppo di ricerca guidato dal professor Stefano Farris dell’Università degli Studi di Milano, si dedica allo studio di tecniche innovative per l’estrazione di componenti utili alla creazione di materiali eco-sostenibili per il food packaging.
Nell’ambito di questo progetto, il team si è focalizzato sull’ottimizzazione di un metodo multi-step volto ad ottenere cellulosa con un grado di purezza molto elevato attraverso l’eliminazione progressiva di emicellulosa, lignina, ceneri e composti organici a basso peso molecolare dal coffee silverskin, ovvero il principale sottoprodotto della produzione del caffè.
Questo processo prevede un primo step dedicato all’eliminazione dell’emicellulosa e parte della lignina dalla biomassa in esame utilizzando una soluzione diluita di idrossido di sodio. Successivamente, l’eliminazione della componente organica presente nel silverskin avviene mediante estrazione in miscela idroalcolica. In ultima battuta, l’ossidazione dei residui di lignina e dei pigmenti ancora presenti nella matrice mediante agenti “chlorine-free”, tra cui l’acqua ossigenata, garantisce un residuo cellulosico di colorazione bianca.
Questo metodo sarà ulteriormente ottimizzato per far fronte alla crescente richiesta di alternative a basso impatto ambientale, nello specifico con l’eliminazione e sostituzione di alcuni solventi e reagenti chimici con soluzioni più green.
La cellulosa così ottenuta sarà utilizzata sia in forma nativa che sottoposta a riduzione dimensionale (ad esempio, in microfibrille e nanocristalli) per sviluppare materiali biodegradabili utili alla conservazione di alimenti sensibili all’ossigeno.
Trasformiamo gli Scarti del Caffè in Materiali Innovativi per l'Imballaggio Sostenibile
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Nell’ambito di questo progetto, il team del professor Stefano Farris, si è focalizzato sull’ottimizzazione di un metodo multi-step volto ad ottenere cellulosa con un grado di purezza molto elevato attraverso l’eliminazione progressiva di emicellulosa, lignina, ceneri e composti organici a basso peso molecolare dal coffee silverskin, ovvero il principale sottoprodotto della produzione del caffè.
Questo processo prevede un primo step dedicato all’eliminazione dell’emicellulosa e parte della lignina dalla biomassa in esame. Successivamente, l’eliminazione della componente organica presente nel silverskin. In ultima battuta, l’ossidazione dei residui di lignina e dei pigmenti ancora presenti nella matrice per garantire un residuo cellulosico di colorazione bianca.
La cellulosa ottenuta sarà utilizzata sia in forma nativa che sottoposta a riduzione dimensionale (ad esempio, in microfibrille e nanocristalli) per sviluppare materiali biodegradabili utili alla conservazione di alimenti sensibili all’ossigeno.