La produzione mondiale di caffè, ammontante a 105 milioni di tonnellate all’anno, porta con sé una considerevole quantità di rifiuti e residui. Tra i sottoprodotti del processo di lavorazione del caffè, la pellicola argentea del caffè (chiamata anche silverskin) si genera durante la tostatura, rappresentando fino al 4.2% del peso del chicco.
Per affrontare questa sfida ambientale, il progetto rECOBIOpack si pone l’obiettivo di utilizzare tecniche quanto più sostenibili di estrazione e trasformazione, per sfruttare tutto il potenziale del silverskin nella preparazione di materiali innovativi per l’imballaggio funzionale.
Questo progetto ambizioso è frutto della collaborazione di due prestigiose Unità di Ricerca, il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi Milano e il Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Le ricerche saranno guidate da due giovani ricercatrici, Stefania Marzorati (responsabile del progetto, Università degli Studi di Milano) e Valeria Romanucci (resposabile Unità di Ricerca UNINA), garantendo così una copertura completa di tutte le fasi in un contesto interdisciplinare che fonde abilmente competenze complementari.
Il consorzio inizierà il suo percorso partendo dagli scarti di silverskin forniti da una nota azienda italiana che opera nel settore del caffè. La biomassa verrà sottoposta inizialmente a tecniche di estrazione sostenibili dal punto di vista ambientale – come l’utilizzo della CO2 supercritica – per ottenere i lipidi, che a loro volta verranno biotrasformati attraverso reazioni enzimatiche in derivati di acidi grassi utilizzabili come additivi funzionali. Gli steps successivi includeranno l’estrazione di fenoli e proteine: i fenoli saranno caratterizzati per le loro attività antiossidanti e antimicrobiche, mentre le proteine saranno valutate per la loro composizione e la loro idoneità all’integrazione negli imballaggi, come plastificanti. La biomassa residua verrà infine trattata per recuperare la cellulosa, che costituirà la struttura polimerica di base.
Il percorso del progetto rECOBIOpack culminerà nella preparazione di materiali funzionali per l’imballaggio alimentare che sarà caratterizzato per le proprietà più rilevanti, come impermeabilità ai gas, resistenza meccanica, proprietà ottiche, idrofobicità superficiale, attività antiossidante e antimicrobica.
Al fine di valutare l’impatto economico del progetto, saranno analizzati la “willingnes to pay” dei consumatori e l’impatto sui costi di produzione mediante un’analisi quantitativa. La corrispondenza risultante tra i due lati del mercato fornirà una valutazione complessiva della sostenibilità economica.
I risultati attesi non riguarderanno solo i risultati pratici ottenuti durante lo sviluppo del progetto, ma sarà importante condividere gli stessi con diversi attori coinvolti nel settore, anche al fine di coltivare nell’opinione pubblica una crescente consapevolezza dell’importanza del “pensare circolare“.
Trasformiamo gli Scarti del Caffè in Materiali Innovativi per l'Imballaggio Sostenibile
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Sono 150 milioni le tonnellate di caffè prodotte annualmente in tutto il mondo!
Durante il processo di lavorazione del caffè gli scarti generati sono molti; è dunque necessario far fronte a questo problema cercando delle soluzioni per recuperare gli scarti prodotti dall’industria del caffè.
Il chicco di caffè è rivestito da una pellicola argentea, chiamata anche silverskin, la quale durante la tostatura, si stacca dal chicco del caffè diventando un prodotto di scarto.
Il progetto rECOBIOpack si pone l’obiettivo di utilizzare tecniche quanto più sostenibili di estrazione e trasformazione, per sfruttare tutto il potenziale del silverskin nella preparazione di materiali innovativi per l’imballaggio funzionale.
Il silverskin sarà sottoposto inizialmente a tecniche di estrazione sostenibili dal punto di vista ambientale – come l’utilizzo della CO2 supercritica – per ottenere i lipidi, che a loro volta verranno biotrasformati. Gli steps successivi includeranno l’estrazione di fenoli e proteine. La biomassa residua verrà infine trattata per recuperare la cellulosa.
Al fine di valutare l’impatto economico del progetto, saranno analizzati la “willingnes to pay” dei consumatori e l’impatto sui costi di produzione mediante un’analisi quantitativa. La corrispondenza risultante tra i due lati del mercato fornirà una valutazione complessiva della sostenibilità economica.